| Note Tassonomiche: | |||
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Ordine: |
Agaricales. |
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Famiglia: |
Tricholomataceae. |
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Sinonimi: |
Agaricus gambosus Fr. 1821 (Basionimo); Lyophyllum gambosum (Fr.) Singer; Lyophyllum georgii (L.: Fr.) Kühner & Romagnesi; Tricholoma georgii (L.: Fr.) Quélet. |
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Le vicissitudini tassonomiche di questa specie sono molto travagliate, come si può intuire anche dall'elevato numero di sinonimi esistenti in letteratura. L'orientamento da noi seguito è quello che colloca questa specie nell'ambito della Tribù Lyophylleae (che raggruppa tutte le specie caratterizzate dalla presenza di granulazioni siderofile nei basidi) e nel genere Calocybe caratterizzato da: lamelle che non cambiano di colore alla manipolazione (a differenza di alcune specie di Lyophyllum) e molto fitte (a differenza delle Teprocybe), crescita terricola, gregaria (o al massimo in pochi esemplari fascicolati), mai cespitosa (come la maggior parte dei Lyophyllum), pigmento intracellulare non incrostante. |
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| Descrizione macroscopica: | ||
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Fungo terricolo, primaverile, che cresce sovente in file o in cerchi (c.d. cerchi delle streghe) nei prati o nei boschi radi, di solito ai margini delle siepi o sotto i cespugli di biancospino o prugno selvatico (Crataegus, Prunus ed altre Rosaceae). Da giovane ha una colorazione pileica crema, che tende a sbiadire con l'età; molto carnoso, lamelle bianche e molto fitte, il gambo è massiccio (inde nomen), pieno, dello stesso colore o leggermente più chiaro del cappello. Ha un odore molto pronunciato di farina, gradevole, e sapore dolce. Molto fedele ai luoghi di crescita, lo si ritrova tutti gli anni nelle stesse stazioni. |
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| Descrizione microscopica: | ||
| Analisi non effettuata. | ||
| Somiglianze ed Osservazioni: | ||
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Ovunque conosciuto con il nome volgare di Prugnolo o Fungo di San Giorgio (per il periodo di crescita che, più o meno, coincide con la festa del Santo). Per il periodo di crescita e le caratteristiche peculiari, risulta quasi impossibile confonderlo con altre entità. La sua predilezione per la crescita sotto Rosaceae ha fatto a lungo pensare che si trattasse di specie simbionte con queste ultime essenze; in tempi più recenti è stato, invece, accertato che si tratta di specie saprotrofa e che, quindi, la crescita in associazione alle Rosaceae è, probabilmente, da attribuire alle particolari sostanze che queste rilasciano nel terreno (questione, comunque, ancora lontana da una soluzione scientifica certa). |
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| Commestibilità: | ||
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Commestibile. Da alcuni considerato il miglior fungo in assoluto, da altri non molto gradito per il suo gusto farinoso molto pronunciato. |
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| Diffusione e ritrovamenti: | ||
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A partire dal mese di Aprile, sul monte Terminio (AV), in prossimità di rosaceae. Questa specie, allo stato attuale, risulta non presente nel comprensorio del Vesuvio; tuttavia, abbiamo ritenuto opportuno descriverla per il suo importante valore gastronomico. |
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| Bibliografia: | ||
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