Ophrys lacaitae  Lojac.

Etimologia:

L'epiteto specifico "lacaitae" fa riferimento al botanico inglese C. C. Lacaita, cui la specie è dedicata.

Sinonimi:

Ophrys fuciflora subsp. lacaitae (Lojac.) Soó; Ophrys holoserica subsp. lacaitae (Lojac.) W.Rossi; Ophrys oxyrrhynchos subsp. lacaitae (Lojac.) Del Prete.

Lo scapo si presenta flessuoso e verdastro in tutta la sua estensione; le foglie basali sono verdastre, ma spesso avvizzite al momento dell'antesi, quelle superiori abbracciano lo scapo e sono anch'esse di colore verde; le brattee sono giallo-verdastre, più lunghe dell'ovario, quelle inferiori addirittura più lunghe dell'intero fiore; i fiori sono relativamente grandi rispetto a quelli di altre Ophrys; i tepali esterni sono ovali-lanceolati, di colore bianco verdastri e solcati da una o più venature verde scuro; quelli interni invece sono molto piccoli (circa 1/5 di quelli esterni), pubescenti, triangolari, bianco-giallastri e spesso uniti alla base (dove, talvolta, presentano anche una macchia rossastra); il labello è trapezoidale, convesso al centro, di colore giallo zolfo, con gibbosità poco pronunciate e arrotondate, quasi interamente vellutato, presenta fitta pelosità ai lati del campo basale; sulla sua superficie vi è impresso un piccolo specchio a forma di H, di colore rossastro o grigio-bluastro, più o meno bordato di giallo. L'apicolo è molto sviluppato, giallo, rivolto verso l'interno, dalla sua punta (spesso trifida) parte una stretta curvatura che attraversa, perpendicolarmente, tutto il labello fino al campo basale. Ginostemio corto e acuminato, formante un angolo acuto con il labello; masse polliniche giallastre; cavità stigmatica piccola e di colore marrone. L'apparato radicale è formato da due rizotuberi tondeggianti.

Si tratta di una specie talmente particolare che è pressoché impossibile confonderla con altre. In letteratura è documentata l'esistenza di micro popolazioni con il labello di colore marrone scuro.

Diffusa nell'Italia meridionale, non è presente nel comprensorio del Vesuvio. In Campania l'abbiamo rinvenuta nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.